Adaptive Planning o pianificazione adattiva

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Le aziende dovrebbero essere camaleontiche, trasformandosi e adattandosi in base alle loro esperienze.

Con la giusta pianificazione, possono individuare rapidamente potenziali miglioramenti e cogliere le opportunità non appena si presentano. In un mercato in continua evoluzione e che ci sta abituando a vivere tempi interessati, tra scossoni geopolitici, pandemie e crisi di vario tipo, la flessibilità è fondamentale perché consente di rimanere agili e di sfruttare ogni opportunità.

Personalmente non penso che esistano crisi, quelle sono parole da media, quante guerre, pandemie, asteroidi, cataclismi e crisi finanziarie hanno visto i Sapiens in 200.000 anni, eppure, facendo i conti della serva abbiamo creato un mondo sempre migliore, per noi.

Le situazioni cambiano, le persone cambiano e così le opportunità. L’adaptive planning è un qualcosa che di più Darwiniano esiste poco. Adattamento.

Come funziona? È un processo iterattivo diviso in quattro parti.

La valutazione della situazione è la prima fase della pianificazione adattiva o, in parole povere, capire cosa diavolo sta succedendo.

Si tratta di analizzare i fattori interni ed esterni che potrebbero andare storti. Inizia con un'occhiata approfondita alle prestazioni finanziarie e operative della tua organizzazione e fatti una domanda odiosa: hai raggiunto i tuoi obiettivi? Li avevi pianificati?

La valutazione della situazione richiede anche un fiuto speciale per le rotture di scatole che potrebbero arrivare dall’esterno. Ciò include i concorrenti, possibili norme sfavorevoli, situazione politica pericolosa per la tua azienda e se qualche tecnologia potrebbe fare a te quello che Uber ha fatto ai Taxisti ed infine prevedere ciò che i clienti vorranno anche prima che lo sappiano loro!

La seconda fase della pianificazione adattiva è il pensiero strategico. Questo è quando le persone intelligenti mettono insieme le teste per fare brainstorming sui migliori percorsi possibili d'azione.

Include l'elaborazione di idee folli valutando se potrebbero essere fallimenti sicuri, considerando i costi e i benefici di ciascuna idea e assicurando che ogni linea d'azione selezionata non ingolfi l'organizzazione.

Il pensiero strategico è fondamentalmente come giocare una partita a scacchi, ma con conseguenze nel mondo reale - quindi fai le tue mosse con attenzione!

La terza fase della pianificazione adattiva è il processo decisionale. Questo è il processo di selezione della strategia o delle strategie migliori per affrontare le questioni chiave identificate nella valutazione della situazione.

È tipo il gioco di Saw: pesa le probabilità e cosa hai da perdere?
Esegui un'analisi costi-benefici e se ti senti fortunato, fai la tua mossa! Metti le tue fiches sul tavolo, assegna le risorse e agisci, il tempismo è la chiave per non finire in qualche trappola cruenta.

Infine, la quarta fase della pianificazione adattiva è l'implementazione. Questo è il processo che ti permette di ottenere quello che hai pianificato, il momento della verità!

Comprende lo sviluppo di piani dettagliati, come calendari, compiti specifici da completare e le risorse necessarie per completarli. Chiaramente i piani funzionano sempre su carta e nella verità sono un salto ad ostacoli tra budget, sviluppatori psicopatici, ansia, notti insonni e olio di gomito.

Utilizzando un processo iterativo, è possibile slalomeggiare alla mister Magoo [altro momento boomer] per arrivare alla fine in qualche modo alla meta.

Messaggio di pace:
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